starò un po’ zitta.
Archive for febbraio 2010
Ma sì dai.
Posted in giovani stronze, mostri, pupazzi, puttane, rabbia, rosso on 26 febbraio 2010| 1 Comment »
Le cose piccole.
Posted in bellezza, caramelle, cibo, mei, mostri, sciocchezze, tagged alessia marcuzzi, schifezze, yogurt on 19 febbraio 2010| 19 Comments »
A bocca chiusa.
Posted in amore, attese, bellezza, canto, fughe, giappone, musica, tagged giacomo puccini, madama butterfly on 12 febbraio 2010| Leave a Comment »
Digimon.
Posted in amici, buffezze, curiosità, giovani stronze, scemenze, scomparse, tagged digimon, pokèmon on 6 febbraio 2010| 8 Comments »
Qualcuno mi rammenta i Digimon.
I Digimon è uno dei pochi cartoni animati dei quali ho potuto vedere la prima puntata, insieme ai Pokèmon, Lady Oscar, Heidi e Fiocchi di Cotone. Da piccola questa cosa mi emozionava, vedere la prima o l’ultima puntata di una serie, mi riempiva di entusiasmo, perché le fasi intermedie si potevano beccare ogni pomeriggio, invece il principio e la conclusione capitavano solo due volte. Mi sono affezionata un sacco a questi cartoni animati, sono quelli che ricordo con più amore, in effetti.
Avevo un’amica brutta e antipatica che veniva ogni estate in vacanza in montagna, mi pare si chiamasse Caterina. A dodici anni pensava e agiva già come una quarantenne, era alta, magra, sobria, vestiva solo Lacoste e colori pastello quali bianco, azzurrino, verdino. Portava i capelli castani lisci come spaghetti legati in una coda di cavallo, a guardarla bene sembrava sempre che fosse in procinto di andare a giocare a tennis. Non ricordo assolutamente come la conobbi, per quanto possa pensarci non mi viene in mente. Ma finì che cominciammo a uscire insieme. Io non la sopportavo, a volte mi scatenava un odio profondo, però mi faceva anche una gran pena. I suoi argomenti di discussione preferiti riguardavano la barca a vela del padre (“ma è solo un guscio di noce, davvero piccola”) e la scuola – era una gran secchiona, almeno per quel che diceva, una volta finite le medie si sarebbe iscritta al liceo scientifico indirizzo Brocca, “quello più difficile” ribadiva. Io sentivo “Brocca” e scoppiavo a ridere perché mi pareva assurdo che una scuola si potesse davvero chiamare così, lei puntualmente si offendeva e io piombavo nell’imbarazzo più grottesco, di fronte ai suoi musi lunghi non sapevo mai come comportarmi, sembravo una specie di Yeti ferito, ma questa è un’altra storia. Per quanto però mi stesse antipatica il fatto di passare un po’ di tempo con lei non mi pesava. Perlomeno non era stronza quanto le altre ragazzine con cui uscivo. A volte mi faceva addirittura sentire bene, e doveva essere un sentimento reciproco perché una sera se ne uscì dicendo “vorrei che tu mi considerassi la tua migliore amica”, cose da vomito insomma. Io diventai rossa come un peperone, me ne andai senza dire niente e non ne volli più sentir parlare.
Ma dicevo, i Digimon. Capitava che qualche volta mi fermassi da Caterina per cena. Abitava con la nonna in una graziosa casina del centro storico, mi piaceva stare lì. Era tutta di legno, il pavimento, le travi sul soffitto, i mobili, davvero carina. Una sera vedemmo la pubblicità di questo cartone animato e io impazzii letteralmente; ero già una fan sfegatata dei Pokèmon, dovevo assolutamente seguire anche questa nuova serie. A dire il vero la prima reazione fu di rabbia “li hanno copiati!! hanno copiato i Pokèmon!”, ma poi mi calmai e decisi di prendere saggiamente in analisi la prima puntata. Caterina mi chiese se potevamo vedercela insieme, l’avrebbero trasmessa pochi giorni dopo verso le quattro del pomeriggio, e acconsentii anche se tutta la faccenda mi sembrava strana dal momento che lei non guardava nessun tipo di cartone animato.
Alla fine la guardammo davvero insieme quella puntata, e fu divertente sebbene i Digimon non mi piacquero molto. Sì, la grafica era carina, e anche la storia tutto sommato, però c’era qualcosa che non mi convinceva, forse il fatto di sentire che in qualche modo stavo tradendo i Pokèmon. Continuai a seguire tutta la serie, ogni pomeriggio, anche quando la scuola cominciò e Caterina tornò al suo paese e da lì non credo di averla più vista, in effetti l’avevo completamente rimossa e magari se non fosse stato per i Digimon non l’avrei ricordata proprio mai più.