Non so perché non abbia nuotato per tutti questi anni: se i miei muscoli lo permettessero, potrei andare avanti e indietro nella piscina per ore. Purtroppo non sono ancora molto forte, e non ho molto tempo a disposizione. Provo comunque a fare del mio meglio.
Quello che preferisco è mettere la testa sott’acqua, dove i rumori si attutiscono e persino le voci nella mia testa si fanno più soffici, meno severe. Non riesco a sentirle bene quando dicono che non posso essere felice; diventano solo tante piccole particelle, solitarie e innocue.
In questi ultimi due anni ho provato spesso a ricordarmi come si stesse quando si sta bene. Non riuscivo a credere che nella mia vita ci fossero stati giorni in cui al mattino mi svegliavo felice, senza sentire un macigno sul petto, o senza dovermi trascinare in cucina come una massa informe e grigia, costretta ad affrontare la giornata perché non c’era altro da fare. A volte guardo indietro e mi complimento con me stessa per essermi spinta fuori casa anche nei giorni più bui, per aver convinto le mie gambe a correre cinque, dieci, venti chilometri. Non so come abbia fatto. Forse ero solo sicura che prima o poi qualcosa sarebbe cambiato. Nonostante la malinconia perenne che mi contraddistingue sono un’inguaribile ottimista; per quanto questo possa suonare patetico, non trovo altro modo per descriverlo. Forse ho solo letto troppe favole da bambina. Ogni momento brutto mi sembra una prova da dover superare per poter arrivare a qualcosa di bello. Non so se questo sia l’atteggiamento giusto, ma è una cosa che mi ha sempre aiutata.
Arrivare ai suoi occhi ha richiesto molto tempo e molte strade tortuose. Foreste buie, mostri, avvoltoi, piante velenose, paludi e torrenti in piena. Lo rifarei mille volte. Mi sento come una principessa guerriera che dopo mille disavventure ha finalmente trovato la chiave per il grande portone del palazzo.
Non sono mai stata capace di scrivere quando sono felice. Chiedetemi di parlare di tristezza, di raccontare storie angosciose, e potrei scrivere per ore. Quando sono felice riesco solo ad elencare le piccole cose belle dei miei giorni. Il profumo del suo caffè al mattino. Sentire il suo corpo accanto al mio, nelle prime ore dell’alba. Il cuore che fa un piccolo salto allegro l’attimo prima di vederlo. L’odore dei suoi capelli. Sentirlo ridere. Quando siamo innamorati siamo tutti un po’ smielati allo stesso modo.
Una delle sensazioni più belle è stata slegare canzoni, luoghi e libri dai vecchi ricordi; pulire le tele e ritrovare nuovi spazi bianchi da riempire.
È una cosa che mi fa sentire tanto leggera.